Il territorio è molto più di una semplice geografia; è un libro aperto di saggezza, una testimonianza dell'interconnessione tra tutte le cose.
Il monte Sabotino si alza per 609 metri s.l.m. a nord-est di Gorizia. Comprende due quote minori 507 a nord e 535 a sud, denominata San Valentino, con le quali forma una breve catena con orientamento nord-ovest sud-est. La sua configurazione allungata è caratteristica comune ad altri due monti che qui imbrigliano il fiume Isonzo: il Monte Santo a nord, il San Gabriele a est. In questi luoghi, a partire dall'ultima glaciazione (15-20 mila anni), è andata sviluppandosi una notevole biodiversità: ad oggi sono state classificate 680 specie botaniche di cui 25 entità appartenenti alle Orchidacee (2 molto rare). I suoi versanti possiedono caratteristiche differenti, non solamente orografiche e la linea di cresta, limite tra Occidente ed Oriente fino all'indipendenza della Slovenia, separa due gruppi vegetali. La parte nord, scabra e a picco sull'Isonzo, ospita specie di provenienza prealpina (migranti settentrionali) come il carpino nero e il carpino bianco. La parte sud, digradante verso Gorizia e coperta da uno strato di terreno di natura argillosa (la Ponca), ospita specie submediterranee (migranti meridionali ) o illirico-carsiche quali: roverella, rovere, leccio, iris illirica.
Durante l'Impero Asburgico il Sabotino, insieme alla vicina Selva di Tarnova, costituiva il bosco imperiale e ancora oggi, sostenendo i tetti della vecchia Gorizia, quei tronchi continuano un secolare lavoro.
Nel secolo XIX la particolare roccia calcarea era cavata in più punti, estraendo la pietra rosa del Sabotino.
A cavallo del XIX e XX secolo, ormai esaurito, il bosco lasciò spazio al pascolo di ovini fino allo scoppio della I^ G.M. che ridusse il monte una pietraia aspra e desolata.
Oggi l'aspetto naturalistico della zona è tale da renderla, nella parte slovena, area protetta; qui si possono incontrare il falco, l'aquila alpina, il gufo reale, la civetta. La fauna di terra è composta di cinghialiI, caprioli, volpi, faine, tassi e si ricorda, nei primi anni '90, la fugace comparsa dell'orso.
Gli aspetti così eterogenei dell'area del monte Sabotino costituiscono un grande patrimonio naturalistico, ambientale e storico; una realtà unica di fattori opposti in uno scenario severo e mite insieme.
Il fiume Isonzo nasce da una sorgente carsica a 940 metri s.l.m. in Val Trenta (Slovenia).
Da Izvor Soce il fiume a carattere torrentizio scorre tortuoso e incassato fra le rocce.
Si dirige verso ovest fino a Plezzo (Bovec), verso est fino a Tolmino e verso sud fino a Gorizia, da dove ,scorrendo in pianura , si getta nell'ADRIATICO.
Nelle Prealpi Giulie attraversa tre conche, le quali prendono il nome dai paesi che vi giacciono: Bovec (Plezzo), Kobarid (Caporetto), Tolmin (Tolmino).
A valle di Kanal (Canale d'Isonzo) il fiume separa il Collio dall'Altopiano della Bainsizza, poco a nord di Gorizia. Qui, in un ambiente caratteristico che conserva condizioni di forte naturalità, la sua sponda destra sfiora il versante a picco del monte Sabotino, che aggira, entrando in territorio italiano.
Spiagga privata di Castel San Mauro
In una forra profonda quasi 50 metri lambisce la campagna di Castel San Mauro, prima di giungere nella città isontina; qui le sue sponde costituiscono un'area protetta denominata “Parco dell'Isonzo”.
Passata Gorizia l'alveo si allarga progressivamente e l'acqua ricopre estesi depositi di ghiaia; bagna Gradisca d'Isonzo e Sagrado, delimitando a nord-ovest l'Altopiano Carsico.
Dopo 136 chilometri, 41 in provincia di Gorizia, sfocia nel Golfo di Panzano con un delta a W dove è costituita la riserva naturale regionale della foce dell'Isonzo. I suoi affluenti sono a destra: Coritenza, Uccea, Torre ; a sinistra: Idria e Vipacco.
Il territorio è molto più di una semplice geografia; è un libro aperto di saggezza, una testimonianza dell'interconnessione tra tutte le cose.
Il monte Sabotino si alza per 609 metri s.l.m. a nord-est di Gorizia. Comprende due quote minori 507 a nord e 535 a sud, denominata San Valentino, con le quali forma una breve catena con orientamento nord-ovest sud-est. La sua configurazione allungata è caratteristica comune ad altri due monti che qui imbrigliano il fiume Isonzo: il Monte Santo a nord, il San Gabriele a est. In questi luoghi, a partire dall'ultima glaciazione (15-20 mila anni), è andata sviluppandosi una notevole biodiversità: ad oggi sono state classificate 680 specie botaniche di cui 25 entità appartenenti alle Orchidacee (2 molto rare). I suoi versanti possiedono caratteristiche differenti, non solamente orografiche e la linea di cresta, limite tra Occidente ed Oriente fino all'indipendenza della Slovenia, separa due gruppi vegetali. La parte nord, scabra e a picco sull'Isonzo, ospita specie di provenienza prealpina (migranti settentrionali) come il carpino nero e il carpino bianco. La parte sud, digradante verso Gorizia e coperta da uno strato di terreno di natura argillosa (la Ponca), ospita specie submediterranee (migranti meridionali ) o illirico-carsiche quali: roverella, rovere, leccio, iris illirica.
Durante l'Impero Asburgico il Sabotino, insieme alla vicina Selva di Tarnova, costituiva il bosco imperiale e ancora oggi, sostenendo i tetti della vecchia Gorizia, quei tronchi continuano un secolare lavoro.
Nel secolo XIX la particolare roccia calcarea era cavata in più punti, estraendo la pietra rosa del Sabotino.
A cavallo del XIX e XX secolo, ormai esaurito, il bosco lasciò spazio al pascolo di ovini fino allo scoppio della I^ G.M. che ridusse il monte una pietraia aspra e desolata.
Oggi l'aspetto naturalistico della zona è tale da renderla, nella parte slovena, area protetta; qui si possono incontrare il falco, l'aquila alpina, il gufo reale, la civetta. La fauna di terra è composta di cinghialiI, caprioli, volpi, faine, tassi e si ricorda, nei primi anni '90, la fugace comparsa dell'orso.
Gli aspetti così eterogenei dell'area del monte Sabotino costituiscono un grande patrimonio naturalistico, ambientale e storico; una realtà unica di fattori opposti in uno scenario severo e mite insieme.
Il fiume Isonzo nasce da una sorgente carsica a 940 metri s.l.m. in Val Trenta (Slovenia).
Da Izvor Soce il fiume a carattere torrentizio scorre tortuoso e incassato fra le rocce.
Si dirige verso ovest fino a Plezzo (Bovec), verso est fino a Tolmino e verso sud fino a Gorizia, da dove ,scorrendo in pianura , si getta nell'ADRIATICO.
Nelle Prealpi Giulie attraversa tre conche, le quali prendono il nome dai paesi che vi giacciono: Bovec (Plezzo), Kobarid (Caporetto), Tolmin (Tolmino).
A valle di Kanal (Canale d'Isonzo) il fiume separa il Collio dall'Altopiano della Bainsizza, poco a nord di Gorizia. Qui, in un ambiente caratteristico che conserva condizioni di forte naturalità, la sua sponda destra sfiora il versante a picco del monte Sabotino, che aggira, entrando in territorio italiano.
Spiagga privata di Castel San Mauro
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Passata Gorizia l'alveo si allarga progressivamente e l'acqua ricopre estesi depositi di ghiaia; bagna Gradisca d'Isonzo e Sagrado, delimitando a nord-ovest l'Altopiano Carsico.
Dopo 136 chilometri, 41 in provincia di Gorizia, sfocia nel Golfo di Panzano con un delta a W dove è costituita la riserva naturale regionale della foce dell'Isonzo. I suoi affluenti sono a destra: Coritenza, Uccea, Torre ; a sinistra: Idria e Vipacco.
Email: info@castelsanmauro.it
Tel: +39 328 9158033
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